L'etimo celto-germanico marh = cavallo nella lingua italiana

Francobollo, Svezia, 1973 - bassorilievo di cavallo
Stora Hammars - Isola di Gotland - Svezia
Oggi torniamo su un lemma che ritengo sia davvero significativo per dimostrare quanto l'eredità culturale celto-germanica sia profonda anche nella lingua italiana.

Come abbiamo visto nella sezione di questo blog dedicata ai toponimi di origine longobarda, la parola longobarda marh che significa cavallo è alla radice del toponimo Maremma, che quindi significa terra dei cavalli. La Maremma infatti è da sempre la terra dei cavalli che vi vivono ancora oggi allo stato brado e dove si è sviluppata la razza equina chiamata appunto maremmana. Una razza che si distingue per le doti di resistenza alla fatica, alla sete e caratterizzata da un temperamento vivace.

La parola longobarda marh (gotico marhs) potrebbe essere di origine celtica, uguale nel bretone marh, molto simile nel gallese march, nell'irlandese e nel gaelico marc, ma è presente anche nelle lingue germaniche: nell'antico inglese è mere col significato di cavalla da cui deriva la parola nightmare (incubo) resa celebre dalla saga di Fred Krueger, antico norvegese merr, antico frisone merrie, olandese merrie, antico sassone meriha. Nella cultura nordica e baltica questo antico etimo è entrato nel folklore ad indicare quegli spiriti maligni responsabili degli incubi, antico norvegese e svedese mara. Il collegamento tra il significato di cavallo e gli incubi nella mitologia germanica non è chiaro, probabilmente potrebbe essere legato ad un'antica leggenda.



Per tranquillizzare tutti coloro che ritengono che questo blog sia frutto di tendenze proto-linguistiche, ovvero di lingue ricostruite artificialmente in quanto il longobardo non avrebbe lasciato testimonianze scritte, dico subito che l'etimo mahr fa bella mostra nell'Editto di Rotari che si occupa non solo delle dispute legate ai cavalli ma anche della loro cura, nell'editto si parla infatti di marhworf che era la caduta da cavallo provocata da altri.

Nella lingua italiana l'etimo marh compare nelle parola maniscalco (longobardo / gotico marhskalkmarh=cavallo + skalk=servo), maresciallo ha la stessa etimologia ma è una parola prestata dal francese, nella parola marcia (tedesco moderno marsch) e nel verbo marciare. Ma la parola più importante derivata da questo antico etimo è senz'altro marchio, la marchiatura a fuoco dei cavalli risale ad epoche antichissime ed era un'esigenza molto importante essendo questi animali spesso il più importante bene posseduto e quindi doveva essere impresso un segno in modo da risalire in modo inequivocabile al proprietario. Il segno con cui veniva marchiato il cavallo aveva anche valenze magiche e scaramantiche.

Con questo significato il lemma è presente in quasi tutte le lingue moderne. Nel francese démarrer che significa "avvio" deriva da questa radice attraverso la lingua parlata dai Franchi.

In onomastica ritroviamo l'etimo marh in alcuni cognomi diffusi nell'Italia centro-settentrionale, come il Marsi lombardo e friulano ed il Marzi toscano, la rotazione consonantica della s in z è un classico nel passaggio dai dialetti settentrionali a quelli toscani.

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Commenti

  1. Molto interessante questo post sul termine MARH, aggiungerei,
    ma si tratta di voci da verificare, anche Marijoch, Marasma,
    Marantega, Maraje, Maross, Marh de fen e il cognome Marin.

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  2. A pensarci bene anche Marmocchio e il cognome Marazzi
    potrebbero essere collegati a MARH.
    Hatto

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  3. Altri probabili toponimi: Marlengo, Merlengo, Marengo.
    Marmo = tumore equino.
    Maraia = cavalleria
    Pure Marenda e Merenda sono da considerare.
    Hatto

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  4. Nel Bergamasco arcaico (quello che parlavano i miei nonni), la parola "maroser" significava commerciante di cavalli....

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  5. il Devoto dà maremma (che è anche nome comune) come "regione marittima"

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  6. Anche Casumàr (Casumaro) potrebbe essere derivato da quell'etimo. Sono state fatte anche altre ipotesi su Casumar come langobardo, visto che il luogo faceva parte del Ducato di Persiceta ed ancora oggi i cognomi dei più antichi abitanti sono di origine germanica

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  7. Basilicata, un tempo facente parte della Longobardia minor: tra i toponimi che possono richiamare marh:
    Montemarano, Contrada a Melfi;
    Marafino, Masseria a San Fele;
    Marafina ad Atella;
    Maranghella, Masseria a Francavilla in Sinni;
    Marascione, Torrente e Contrada a Banzi;
    Margaglione, Masseria a Sasso di Castalda
    Maruccia, Fontana tra Rionero e Barile;
    Maruggio, Monte a Marsico Nuovo
    Marruggio a Grassano;
    Marruca, Serra a San Fele;
    Marrucaro, Contrada a Potenza;
    Le Camarelle a Forenza;
    Capomare a Venosa;
    Mandra de Mare a Castelsaraceno;
    Mare, Serra a Paterno;
    Mare, Fosso a Pomarico;
    Marea a Lagonegro;
    Maretto a Laurenzana;
    Marotta, Valle e Fonte ad Atella;
    Marotta, Masseria ad Armento;
    Marotta, Contrada a S. Angelo le Fratte;
    Camarotta, Valle a Picerno;
    Sammarella, Torrente a Fardella;
    Marapastino, Fosso a San Martino d’Agri;
    Mararosa, Cozzo a Tursi;
    Maragnano, Contrada a Grottole;
    Toppa di Margiano a Calciano;
    Marra, Valle ad Accettura;
    Marra, estesa area di fronte al torrente Sauro ad Aliano, a cui si aggiungono altre Marra a Craco, Garaguso e Matera;
    La Ciccimarra a Matera;
    Crimarra a Castel Saraceno;
    Marrocco a Sant’Arcangelo;
    Marrone, Masseria a Francavilla in Sinni;
    Valle Marrone ad Accettura;
    I Marroni e Fontana dei Marroni a Matera;
    Marsigli, Jazzo a Ferrandina;
    Marsicano, Torrente ad Abriola;
    Marsicana a Ripacandida;
    Marsico, Contrada a Picerno;
    Marsicovetere, Marsico Nuovo, Comuni (vedi);
    Maratea, Comune, dal toponimo dialettale Marathìa; lo studioso ottocentesco Racioppi ne ipotizzava una derivazione dal greco μάραθος, màrathos, finocchio selvatico:“terra dove cresce il finocchio selvatico.” Per altri, dal latino màris + greco théa, “dea del mare” o “spettacolo del mare”.
    Un’altra serie di toponimi che potrebbe almeno in parte riferirsi a marh è connessa alla voce mùrgë, che indica rilievi di natura carsica tra Basilicata e Puglia (guarda caso, molto usati nell'antichità per allevare cavalli, da cui il cavallo "Murgese".

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