La leggenda della Melusina e le sirene bicaudate della Toscana

La Melusina è una creatura fantastica associata a numerose storie e leggende popolari dell'Europa medievale, ma in realtà fa riferimento a miti ben più antichi. Il primo a farne cenno è lo storico romano Tacito quando nella sua opera Germania ci parla delle sette tribù dei Suebi, sulle quali, egli dice, c'è poco da raccontare tranne il fatto che adorano la Madre Terra cioé Nerthus, descrivendo dettagliatamente il rituale che prevedeva l'immersione della dea nelle acque di una isola del Mar Baltico, dove aveva luogo una misteriosa trasformazione, così segreta che tutti coloro che vi assistevano venivano poi inghiottiti dalle acque.


La melusina svelata, da Le Roman de Mélusine
by Jean d'Arras, ca 1450-1500. Bibliothèque nationale de France.
La leggenda medievale della Melusina racconta che nel regno di Alba (Scozia) il re dei Pitti Elynas, mentre cacciava nella foresta, incontrò una bellissima donna che si chiamava Pressyne della quale egli subito si invaghì. Elynas cercò in tutti i modi di convincerla a sposarlo, ma Pressyne accettò solo alla condizione che il re promettesse di non entrare mai nella sua stanza quando stesse partorendo o lavando i suoi figli. La regina dette alla luce tre figlie, ma il re infranse il patto ed entrò nella stanza della sua sposa, allora Pressyne decise di lasciare il regno e di fuggire con le sue tre figlie Melusina, Melior e Palatyne sull'isola di Avalon. Al compimento del quindicesimo anno di età, la maggiore delle figlie, Melusina chiese alla madre come mai le avesse portate a vivere su quell'isola, questa le raccontò della mancata promessa del padre. Allora Melusina, volendo vendicarsi del padre, assieme alle sue sorelle riuscì a rinchiuderlo nella montagna. Ma Pressyne si arrabbiò con loro per aver mancato così di rispetto al padre e condannò Melusina a mutarsi in un serpente dalla vita in giù tutti i sabati. 
Sirena bicaudata - Melusina

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L'origine di questa storia probabilmente tramandata di padre in figlio fin da epoche primordiali è celtica. Le zone dove sono stati trovati riferimenti culturali a questa leggenda sono tutte aree di cultura celtica, dalla Scozia (Pitti), alla Bretagna, alla Normandia, al Poitou, ai Paesi Bassi. L'iconografia delle sirene bicaudate è particolarmente diffusa in Toscana, in tutte le pievi più antiche del contado tra cui spiccano quelle di San Pietro a Gropina (vedi post) e quella di Corsignano presso Pienza. 


Sirena bicaudata sull'architrave del portone d'ingresso
Pieve di Corsignano - Pienza
Il simbolismo della Melusina o sirena bicuadata si riferisce alla natura duale della donna che collega mondi tra loro differenti, unendo la terra con l'acqua, sospesa tra carnalità e spiritualità: la cultura occidentale vede nella donna un passaggio tra più mondi, tra la vita e la morte. Per questo la donna nelle società celto-germaniche, come quella longobarda, erano sempre molto rispettate e particolarmente tutelate anche dal diritto germanico (vedi Editto di Rotari). 


Sirena bicaudata nella Pieve di San Pietro a Gropina
Courtesy: Giuliano Scheggi
Bellissima la sirena bicaudata impressa sull'ambone longobardo della Pieve romanica di San Pietro a Gropina presso Loro Ciuffenna. Rimanda ad antichissimi culti pagani della Terra-madre della tradizione celto-germanica di cui ci parla lo storico romano Tacito nel suo saggio Germania del I sec. d.C. "Presi singolarmente non hanno nulla di notevole, se non che condividono il culto di Nerthus, la Terra-madre, e pensano che questa si interessi delle vicende degli uomini e sia trasportata in processione tra i popoli"

Sirena bicaudata bassorilievo Pitto
pictish mermaid
Sembra che Leonardo conoscesse la leggenda e la rielaborasse in chiave allegorica nella composizione di uno dei suoi quadri più enigmatici: La Vergine delle rocce, il quadro nella sua prima stesura (esposta al Louvre di Parigi) era così inquietante e anticonvenzionale che il committente, una confraternita francescana, non volle pagarlo ritenendolo addirittura eretico.


Leonardo da Vinci - La Vergine delle rocce
1483-1484 - Museo del Louvre - Parigi

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Commenti

  1. Salve, a quando risalgono le prime attestazioni della Sirena Bicaudata sulle Pievi medievali in Toscana e in generale nelle aree di diffusione europea di questa iconografia?

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  2. Salve, questa è un'ottima domanda. Occorre tenere presente che l'origine della simbologia della sirena bicaudata è nel culto della madre terra (Nerthus), un culto antichissimo attestato in Europa sin dal Neolitico e successivamente diffuso attraverso la cultura dei Bell Beakers nell'area del Baltico / Germania settentrionale / basso corso dell'Elba come ci racconta lo stesso Tacito (Germania). Nelle Pievi toscane la sirena bicaudata giunge come culto sincretico, sintesi di precedenti culti femminili di matrice celto-germanica, sostanzialmente una simbologia proto-mariana. E' arrivata quindi in Toscana con i Longobardi (576 d.c.) che erano molto legati alle loro tradizioni culturali pagane. Come ci racconta Paolo Diacono la maggioranza di essi adorava ancora il serpente che in qualche modo sopravvive nella simbologia della sirena bicaudata sospesa tra cielo e terra.

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  3. La ringrazio molto per l'interessantissima risposta. Se l'origine della simbologia della sirena bicaudata è nel culto di Nerthus, si può affermare la medesima cosa per la sua iconografia? In altre parole, la sirena rappresenta la dea, ne è una raffigurazione? In caso affermativo esistono esempi iconografici più antichi di quelli presenti sulle Pievi medievali che attestino Nerthus raffigurata in forma di sirena bicaudata? Infine se non è troppo, posso chiedere quali sono i "precedenti culti femminili di matrice celto-germanica" a cui fa riferimento nella sua risposta? Di nuovo grazie per la cortesia e l'attenzione.

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  4. Questa iconografia archetipica di figura femminile zoomorfa rappresentante una divinità della fertilità i cui arti inferiori sono trasformati in pesci o serpenti vede le prime attestazioni in area culturale scito-sarmatica. I continui scambi commerciali tra le steppe pontico-caspiche ed il Baltico portarono a trasferire molti elementi dell'arte scita in Scandinavia ed Europa centrale attraverso la mediazione culturale dei Celti di Halstatt e La Tene. Il culto di Nerthus è riportato in modo molto particolareggiato nel saggio di Tacito "Germania", dove vengono per l'appunto introdotte le popolazioni che abitano nella Germania settentrionale, basso corso dell'Elba, Jutland, tra cui anche i Longobardi. Nel saggio si racconta di una processione nella quale una divinità femminile, trasportata su di un carro trascinato da buoi bianchi, veniva condotta attraverso i vari villaggi per poi giungere infine ad un lago dove avveniva una misteriosa trasformazione. Tutti coloro che vi assistevano venivano sacrificati. Durante questi riti tutte le dispute venivano interrotte.

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  5. Molto interessante il viaggio compiuto da culti e credenze attraverso luoghi, popoli ed epoche. Mi resta ancora una curiosità, i Longobardi non adoravano Freya nelle vesti di dea della fecondità? Al momento della loro discesa in territorio italico, il culto di Nerthus era così importante da giustificare la diffusione della sirena bicaudata sulle Pievi? Ci sono riferimenti a Nerthus in Paolo Diacono o nell'Editto di Rotari? Grazie per la pazienza.

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  6. Quello che a me colpisce di più dei Longobardi è la loro straordinaria capacità di adattamento ai differenti contesti socio-culturali con i quali entrano in contatto. Personalmente penso che in origine essi fossero "Bell Beakers" e quindi allevatori sempre in movimento per trovare nuovi pascoli per le proprie mandrie. Cambiano lingua passando dal gotico all'alto tedesco antico e poi al latino volgarizzato attraverso la loro parlata barbarica e dando così origine alla lingua italiana. Cambiano religione passando da quella sciamanica delle origini a quella norrena delle tribù germaniche con le quali entrano in contatto. In questa chiave abbiamo il passaggio da Nerthus a Freya che fa parte del pantheon norreno, divinità che in qualche modo sono comunque sovrapponibili. Per quanto riguarda le pievi Toscane noi ovviamente non abbiamo niente che attesti tutto ciò, perché anche se ci fosse stato non sarebbe mai arrivato integro ai nostri giorni. Dell'eredità culturale dei barbari è stata fatta piazza pulita da chi ha avuto per secoli il monopolio culturale in questo paese ... o no?

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  7. Salve, non saprei dire se coloro che per secoli hanno avuto il monopolio culturale nel nostro paese abbiano fatto piazza pulita dell'eredità culturale dei barbari. Pensando a quanto avvenuto con i popoli Amerindi non mi sorprenderei più di tanto però. Per quel poco che so dei Longobardi furono essi stessi ad avviarsi verso un lento avvicinamento al cristianesimo nella sua forma romana verso la metà del VII sec.,avvicinamente che potrebbe aver comportato l'eclissarsi di precedenti culti. Se la figura della sirena bicaudata tanto presente nell'iconografia delle pievi medievali era così importante dal punto di vista religioso, perché non fu assimilata dall'ortodossia cattolica dopo la loro conversione al cristianesimo? Avrebbe potuto essere assimilata ad una Santa, del resto non accadde qualcosa di simile anche con San Michele? Perché a partire da una certa epoca in poi la sirena scomparve dai motivi decoratori delle Chiese?

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  8. La sirena bicaudata era un simbolo troppo esplicito, doveva essere sostituito da un'immagine più "soft" che comunque ne incarnasse i significati più profondi di fecondità e passaggio. Io credo che questa sostituzione simbolica si ebbe con il fleur-de-lis (http://en.wikipedia.org/wiki/Fleur-de-lis) che è uno dei simboli araldici più antichi e compare in ambito culturale carolingio e che in ambito cattolico è associato al culto della vergine Maria. Ma questa è solo una mia ipotesi. Per quanto riguarda il sincretismo tra divinità pagane e santi cattolici è emblematico il caso di Santa Brigida che ripropone il culto della dea Brighit/Brigantia ... vedi post (http://bighipert.blogspot.it/2013/11/antiche-tribu-celtiche-i-briganti.html)

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  9. Bellissimo blog! Come mio contributo aggiungo una nota tratta da 'Eglise romane lieu d'energie' di Bonvin Trilloux (Dervy Livres)per cui le sirene bicaudate (a volte tri-)indicano che lì sotto c'erano 2 o 3 corsi d'acqua. Poste sui portali d'ingresso, significavano 'varcare il Giordano'. Questo testimonia da un lato l'ingresso del cristianesimo nel 'paganesimo', dall'altro che anticamente le chiese venivano construite in luoghi e con simbologie particolari.

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