La lingua longobarda nel toscano
Come abbiamo già visto il longobardo è una lingua germanica di ceppo occidentale non molto dissimile dall'alto tedesco antico, come l'alamanno, che è la lingua esistente più vicina al longobardo, il longobardo è affetto dalla seconda rotazione consonantica. Alcune di queste regole fonetiche permangono ancor oggi nella parlata toscana. Vediamo di seguito alcuni esempi:
Gorgia toscana: la cosiddetta gorgia toscana o spirantizzazione, ovvero quel fenomeno per il quale le consonanti occlusive sorde /k/ /t/ e /p/ diventano fricative sorde se poste davanti ad una vocale, è una chiara derivazione dall'eredità linguistica longobarda. Nella parlata toscana infatti trovano perfettamente verifica le leggi fonetiche di Grimm e Verner sul consonantismo delle lingue germaniche.
kasa > hasa
patata > pataþa (þ = th fricativa dentale sorda come nell'inglese thick)
Gorgia toscana: la cosiddetta gorgia toscana o spirantizzazione, ovvero quel fenomeno per il quale le consonanti occlusive sorde /k/ /t/ e /p/ diventano fricative sorde se poste davanti ad una vocale, è una chiara derivazione dall'eredità linguistica longobarda. Nella parlata toscana infatti trovano perfettamente verifica le leggi fonetiche di Grimm e Verner sul consonantismo delle lingue germaniche.
kasa > hasa
patata > pataþa (þ = th fricativa dentale sorda come nell'inglese thick)
pipa > ɸiɸa (ɸ = fricativa bilabiale sorda)
piatia > piazza (la t della parola latina diventa tz come nell'inglese ten che diventa il tedesco zehn)
che possiamo anche osservare nel passaggio dal germanico al longobardo:
ik / ek > ih (io)
bloþa > ploþa (sangue)
lūkan > lūhhan (chiudere)
Teodorico > Þeodorico
katta > kazzo (gatto)
Dittongamento toscano: si tratta di un'evoluzione del sistema delle vocali per cui tutte le vocali medio basse che si trovano in una sillaba libera o aperta dittongano, tale modifica si ha proprio a partire dall'arrivo dei Longobardi in Italia ed è un meccanismo rinvenibile anche nel longobardo stesso.
dal latino al volgare italiano:
pede > piede;
foco > fuoco;
rota > ruota
dal germanico al longobardo:
wald > guald (bosco);
worf > uuorf (lupo);
trog > truog (abbeveratoio)
Deaffricazione: Un altro fenomeno fonetico tipico del toscano è la cosiddetta deaffricazione, ovvero l'attenuazione delle consonanti fricative tra due vocali, /ʤ/ → [ʒ]. In pratica ad un orecchio sensibile agli accenti non può sfuggire che in toscano gente diventa sgente, in particolare nella parlata aretina ho già fatto diventa ho sgià fatto. Questo fenomeno è stato illustrato in uno studio del Prof. Robert Martin Kirchner dell'Università della California, del 1998 dal titolo "An Effort-Based Approach to Consonant Lenition ". In particolare nell'indagine si parla della deaffricazione del fiorentino e la si mette in relazione con lo stesso fenomeno notato nella parlata degli immigrati di origine tedesca della Pennsylvania (Pennsylvania German) ed in particolare dai membri delle comunità Amish. Tale fenomeno è riferibile anche alla lingua gotica (Bennett, 1980).
piatia > piazza (la t della parola latina diventa tz come nell'inglese ten che diventa il tedesco zehn)
che possiamo anche osservare nel passaggio dal germanico al longobardo:
ik / ek > ih (io)
bloþa > ploþa (sangue)
lūkan > lūhhan (chiudere)
Teodorico > Þeodorico
katta > kazzo (gatto)
Dittongamento toscano: si tratta di un'evoluzione del sistema delle vocali per cui tutte le vocali medio basse che si trovano in una sillaba libera o aperta dittongano, tale modifica si ha proprio a partire dall'arrivo dei Longobardi in Italia ed è un meccanismo rinvenibile anche nel longobardo stesso.
dal latino al volgare italiano:
pede > piede;
foco > fuoco;
rota > ruota
dal germanico al longobardo:
wald > guald (bosco);
worf > uuorf (lupo);
trog > truog (abbeveratoio)
Deaffricazione: Un altro fenomeno fonetico tipico del toscano è la cosiddetta deaffricazione, ovvero l'attenuazione delle consonanti fricative tra due vocali, /ʤ/ → [ʒ]. In pratica ad un orecchio sensibile agli accenti non può sfuggire che in toscano gente diventa sgente, in particolare nella parlata aretina ho già fatto diventa ho sgià fatto. Questo fenomeno è stato illustrato in uno studio del Prof. Robert Martin Kirchner dell'Università della California, del 1998 dal titolo "An Effort-Based Approach to Consonant Lenition ". In particolare nell'indagine si parla della deaffricazione del fiorentino e la si mette in relazione con lo stesso fenomeno notato nella parlata degli immigrati di origine tedesca della Pennsylvania (Pennsylvania German) ed in particolare dai membri delle comunità Amish. Tale fenomeno è riferibile anche alla lingua gotica (Bennett, 1980).
Il toscano provoca disorientamento nell'interlocutore, perché pur essendo intelligibile nel lessico, usa regole fonetiche che sono reminescenza di un altro ceppo linguistico, provocando talvolta un effetto comico.
Fonti: Köbler, Gerhard, Althochdeutsches Wörterbuch, (4. Auflage) 1993 - Universitaet Innsbruck, Wikiling
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